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Se si pensa ad un turismo ‘particolare’ e come meta la Tailandia si pensa al turismo sessuale ma sembra proprio che Bangkok stia divendando meta anche di un nuovo tipo di turisti di settore quelli che in inglese vengono chiamati ‘medical tourists’.
Circa 40 milioni di americani non hanno un’assicurazione medica, non avendo accesso al sistema sanitario. Sempre più spesso questi cittadini ricercano all’estero l'assistenza sanitaria.
Una cassiera part-time dell’Ohio priva di assicurazione e con un’ernia del disco ha fatto 3 anni di iniezioni al cortisone e sedute dal chiropratico perchè non sapeva dove trovare $30,000 per potersi operare. Spendendo $3,500 è stata fra i 450,000 pazienti stranieri a farsi operare al Bumrungrad International Hospital di Bangkok.
Il Bumrungrad è uno degli ospedali più lussuosi al mondo. Con un ristorante italiano nella terrazza, un McDonalds e nella lobby c’è Starbucks (multinazionale Americana che vende cafffe; fra le altre cose è il fornitore di caffe della base di Camp David a Guantanamo Bay).
Le signiorine alla reception con tailleur di seta, tappeti e stanze singole spaziose conferiscono all'ospedale più un aspetto di albergo a cinque stelle che di ospedale. Ovviamente è pulitissimo e senza fili volanti ne muri scrostati.
Bumrungrad offre moltissimi interventi dal bypass al cuore alla chemioterapia alla chirurgia plastica. I medici hanno tutti ricevuto un’istruzione all’estero.
Anche se questo ospedale tailandese è quello che cura il maggior numero di stranieri l’anno ha forte competizione dalla ‘catena’ Apollo Hospitals in India. Che alletta Europei stanchi di aspettare le chilometriche liste d’attesa e gli Americani che vogliono risparmiare.
Questa notizia può suscitare stupore: la globalizzazione si vede in sempre più aspetti della nostra vita e ora non solo le industrie vanno verso oriente ma anche la sanità.
In realtà credo che questa tendenza in primo luogo evidenzia ulteriormente i problemi della sanità pubblica negli USA e anche da noi (oltre alle lunghe liste d'attesa basti pensare allo stato del Policlinico Umberto I a Roma...). Ma ciò che mi stupisce è che il termine ‘medical tourist’ è stato coniato di recente mentre questa pratica non lo è. Basti pensare a quelli che andavano a Casablanca a farsi operare, oppure a quando si andava (e si va tuttora) in USA o in Svizzera per delle operazioni complesse e ancora viaggio a Londra ad abortire quando da noi non era legale, oppure quando si va a fare l’inseminazione artificiale in Spagna.
Quello che è cambiato è che prima si andava, tranne che per fare operazioni non ben viste dalla società, in paesi cosidetti ricchi. Mentre ora si va in oriente. Ne restiamo stupiti perchè non rientra nei nostri stereotipi che ci possa essere un ospedale lussuoso fra le baracche di Nuova Dehli oppure lungo le caotiche strade di Bangkok. Mentre invece nelle nostre città troppo spesso l'igene sta alla larga dai nostri ospedal. Inoltre, prima i ‘medical tourist’ avevano un reddito annuo elevato, queste operazioni erano estermamente costose e in pochi potevano permetterselo mentre ora è il contrario vanno gli americani che non possono permettersi un’assicurazione medica.
Ricordiamoci però che purtroppo queste oasi sanitarie in paesi in via di sviluppo sono solo per gli stranieri ed i ricchi del luogo mentre a meno di 1 km di distanza vivono in condizioni di povertà e muoiono di malattie banali che non richiedono ne macchinari all'avanguardia ne strutture lussuose per essere curate ma solo un banale antibiotico.
Reuters
www.bumrungrad.com
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